Nocerina, siamo alle solite. Ogni anno si parte con tanta buona volontà e con la promessa di disputare un campionato da protagonisti salvo poi imbattersi in risultati negativi contro avversari ampiamente alla portata e - soprattutto - in ribaltoni tecnici che non danno certo l'idea di una programmazione di fondo atta a riportare i rossoneri tra i professionisti. In questi minuti si sta materializzando l'esonero di Salvatore Campilongo, finito sul banco degli imputati per una partenza obiettivamente deludente e al di sotto delle potenzialità della rosa. Tuttavia riteniamo che questo sia un errore che rischia di compromettere ulteriormente una situazione già delicata. Anzitutto non si licenzia un tecnico dopo una vittoria, soprattutto se ottenuta in trasferta: se lo spogliatoio non fosse stato dalla parte di Campilongo avremmo assistito a un'altra partitaccia, invece ieri i molossi hanno conquistato con merito tre punti senza rischiare nulla e su un campo non facilissimo come quello di Anzio. E poi, appunto, la progettualità. Cambiare ora significa stravolgere sistemi di gioco e metodologie di allenamento invalidando il lavoro svolto in ritiro. A che serve? Se poi il sostituto è Giacomarro c'è poco da stare allegri. Nulla contro il tecnico di Marsala, ci mancherebbe: stiamo parlando comunque di un professionista a caccia di riscatto. Ma negli ultimi anni le sue esperienze lavorative si sono chiuse con un esonero e questo non depone a favore di una tifoseria che, invece, accetterebbe il cambio in panchina solo per un profilo di categoria superiore e che possa incidere in modo significativo per riportare Nocera in serie C.
In un girone tutto sommato modesto sarebbe preferibile non perdere equilibrio e lucidità e dare continuità a quanto di buono Campilongo seppe fare anche l'anno scorso, arrendendosi soltanto alla corazzata Casarano dopo aver quasi completato una rimonta incredibile. Un ribaltone dopo pochissime giornate e dopo un successo acuirebbe il clima di confusione che si respira attorno alla Nocerina e fornirebbe alibi anche ai calciatori. Nel frattempo riflette anche D'Eboli. D'altronde è chiaro che un esonero di Campilongo sarebbe anche una sua sconfitta. La rosa è stata costruita da lui e se ci sono lacune è giusto che tutti si assumano le proprie responsabilità. Società compresa visto che, come sempre, ai nastri di partenza ci si è presentati con una buona squadra e non con quella corazzata potenzialmente "ammazzacampionato" tale da ripagare lo smisurato amore di una tifoseria che merita di più.
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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