LasC1ateci sognare! Scappiamo via dall'inferno della D

Nocerina, se non ora quando? Stavolta la sensazione è che ci siano tutti i presupposti per tentare quel grande salto che deve essere sogno e non ossessione e che la città meriterebbe da tempo. Lo abbiamo detto tante volte, lo ribadiamo anche in questa circostanza: una piazza come Nocera, con tutto il rispetto per le dirette concorrenti e per realtà dignitosissime, non può galleggiare nell'inferno della serie D, ancor di più con un pubblico che fa registrare numeri superiori anche a club di categoria superiore. Che la curva e la gente abbiano voglia di vivere con entusiasmo il nuovo campionato lo abbiamo visto ad Ariano Irpino, con centinaia e centinaia di persone sugli spalti e un abbraccio collettivo con la squadra che servirà senza dubbio a dare una ulteriore spinta a chi avrà l'onore di indossare la gloriosa casacca rossonera. "Nocera vuole vincere" e "Vogliamo la serie C" cantano i supporters molossi che, nelle ultime due stagioni, speravano in un epilogo diverso salvo poi imbattersi in squadre che hanno investito tanti soldi e che, alla lunga, hanno blindato il primato costringendo la società a riporre i sogni nel cassetto.
Tutti, però, hanno avuto il merito di resettare, di ripartire, di cancellare il passato recente per proiettarsi ad un futuro che vedrà la Nocerina battagliare nel girone G. Non vogliamo alimentare false aspettative nè far abbassare la guardia alla società, alla dirigenza, allo staff tecnico e ai protagonisti del rettangolo verde, ma - sulla carta - solo la Scafatese può impensierire i rossoneri per la vittoria diretta senza passare da quei playoff che sono stati soltanto pro forma qualche settimana fa. I campani hanno investito tanto allestendo un organico di tutto rispetto per la D, ma la Nocerina non ha scuse: stavolta bisogna tagliare il traguardo e riprendersi con le unghie e con i denti quel professionismo perso per motivi che esulano da ogni discorso sportivo. E allora è doveroso trasformare la rabbia in voglia di riscatto, stringendosi al fianco della squadra con la speranza di poter essere presenti anche in trasferta per essere il dodicesimo uomo in campo dalla prima all'ultima giornata. Va dato atto al ds D'Eboli di aver ottimizzato il budget a disposizione formando quel famoso mix tra giovani ed esperti, con la panchina affidata ancora una volta a quel Campilongo che, partendo dall'inizio, avrà tempo e modo per trasmettere le proprie idee senza l'assillo della rimonta che pure ha sfiorato nell'entusiasmante testa a testa col Casarano. E allora in bocca al lupo ai nostri molossi e un plauso a chi, dalla B ai dilettanti, non ha mai smesso di testimoniare amore e passione.