ANGOLO DEL TIFOSO - Fabio: "Ciao Capo"
A volte le parole vengono soffocate dagli eventi, e scrivere qualcosa diventa difficile.
Non conoscevo personalmente Casimiro, non ero un suo amico, lo conoscevo perché la prima volta che sono entrato al San Francesco, quasi 20 anni fa, mi hanno indicato lui e mi hanno detto: “Quello è il capo degli ultrà”, un’unica frase, nulla più. Un qualcosa difficile da capire per un ragazzino di 12-13 anni che inizia il suo percorso da tifoso. Sinceramente, mi chiedevo cosa volesse significare, quel “lui è il capo”, ma con il tempo l’ho capito. Casimiro era colui che dettava i tempi, lavorava alle coreografie, organizzava le trasferte, gestiva i cori e soprattutto infondeva in noi ragazzi la fede per quel bicolore. Tutto questo senza alcun interesse personale, senza alcun tornaconto, ma solo ed esclusivamente per una fede, la sua fede, la nostra fede. Un amore sviscerato verso quella casacca rossonera da fargli varcare la soglia di stadi importanti allo stesso modo dei cancelli dei campi di periferia, di seguire la Nocerina quando era in alto ma anche quando era nella polvere. Era da parecchio che non lo vedevo più in curva e non sapevo della malattia, poi ho saputo, ed ho visto quel video in cui, nonostante l’incedere del “nemico”, il Capo è ancora lì, non indietreggia, è davanti alla TV a guardare le gesta dei suoi molossi, e con le poche forze rimaste, continua ad incitare. Tutto questo fa di te, un uomo speciale, una persona che non si è mai arresa neanche difronte alla malattia. Adesso ti saluto Capo, e voglio immaginarti sulle inferriate del Paradiso, con la sciarpa al collo, mentre continui a gridare: FORZA MOLOSSI!!!