Era un mediano atipico Luigi Di Giaimo che però come tutti gli altri mastini di un tempo amava mordere le caviglie degli avversari. Per due anni ha corso in lungo e largo per quel "San Francesco" che però ricorda diverso da oggi: "Allora non c'erano ancora alcune strutture che ci sono oggi, però l'entusiasmo e la tifoseria non è cambiata per nulla". Due stagioni indimenticabili, amare entrambe la prima per la B sfiorata e la seconda per la retrocessione, ma Di Giaimo custodisce nel cuore la casacca rossonera della Nocerina. Lui che però è stato una bandiera della Paganese con 214 presenze. Oggi Di Giaimo è il direttore sportivo del Real Nocera, compagine che milita nel campionato di Serie D dove avrà vita dura per cercare di salvarsi, come conferma lo stesso direttore. Del suo passato con la Nocerina, del presente e del futuro del Real ha parlato ai microfoni di Tuttonocerina.com. Questa l'intervista integrale:
Buonasera Direttore, partiamo dal passato. Le due stagioni in rossonero, un ricordo ancora vivo?
"Si, sono due anni stupendi, ma diversi. Nel primo lottammo per la Serie B, ma per motivi extracalcistici, politici, ci fu scippato il campionato che noi avevamo meritato sul campo. Personalmente feci due ottime stagioni ed ho un bellissimo ricordo del "San Francesco", che non era strutturato come oggi, che traboccava di persone. Allora Di Caprio e Leonardi costruirono una squadra formata da 14-15 elementi validissimi più qualche giovane, eravamo un gruppo molto forte tanto da fare spettacolo ad ogni partita".
L'amarezza però per la B mancata e per la retrocessione nell'anno successivo...
"Il secondo anno retrocedemmo per delle situazioni particolari, furono commessi errori non solo da parte nostra, ma anche da parte della dirigenza. Personalmente ho sempre dato il massimo ed è per questo che penso di aver lasciato un bel ricordo in tutte le piazze in cui ho giocato".
Che giocatore era Di Giaimo?
"Io mi ritenevo un leader in campo, cercavo di dare il massimo di essere un punto di riferimento. Come in campo anche oggi al di là della barricata cerco di dare l'esempio. Il calcio però oggi è diventato un luogo pieno di persone che non amano questo sport. S'è persa l'etica sportiva, il calcio dovrebbe essere un esempio per i giovani invece oggi è diventanto un mondo dove non esistono più determinati valori".
Allude anche allo scandalo delle scommesse?
"Di certe cose preferisco proprio non parlare, non voglio toccare questi argomenti".
Torniamo alla sua carriera in rossonero da calciatore, di gol ne fece pochi, ma tutti i tifosi ricordano una sua rete spettacolare...
"Si la ricordo anche io e come dimenticarla, era la partita contro la Casertana, feci una rete bellissima tirando al volo di collo e la palla andò a finire sul palo più lontano. Una rete indimenticabile per uno come me che non era abituato a segnare".
Segue la Nocerina di oggi?
"Non sempre perchè sono impegnato con il Real Nocera, di cui sono Direttore Sportivo però so che hanno preso un allenatore capace nella passata stagione ed hanno un'ottima dirigenza. Mi auguro che possano centrare la salvezza. Penso che ci sia bisogno di qualche rinforzo, ma il campionato di Serie B è difficile e bisogna lottare sempre".
Da dirigente del Real Nocera quali sono le ambizioni della vostra società?
"Noi dobbiamo trovare l'assetto giusto, bisogna trasformare la squadra senza fretta e con criterio. Ci sono alcune situazioni da valutare e qualche nuovo acquisto verrà fatto. Siamo prossimi a tesserare Grillo e Piccirillo. Dobbiamo tornare a fare punti, il miracolo della passata stagione si può ripetere perchè conosco Montalbano, è una persona equilibrata e penso che sono poche le persone nel mondo del calcio come lui".
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