FRANCESCO MAGLIONE A TN: " Auteri l'uomo in più della Nocerina"

Da presidente portò la Nocerina al Delle Alpi, a giocare contro quella Juventus “campione del mondo” che nello stesso anno, il 1996, alzò la Coppa Intercontinentale. Sempre da presidente portò la Nocerina ad un passo dalla B, per ben due volte. Quando in panchina c'erano Lugi Delneri e Gianni Simonelli. Francesco Maglione, avvocato napoletano, direttore generale e Presidente per quattro anni della Nocerina dal 1995 al 1998. Ma soprattutto un esperto di calcio, di quelli che non scendono in campo a rincorrere un pallone ma che fanno vincere campionati organizzando la squadra, comprando e vendendo, facendo scelte spesso più difficili di un calcio di rigore all'ultimo minuto. Francesco Maglione è stato tutto questo, e non solo a Nocera.. Nel suo lungo curriculum, tra le altre, Giugliano,Avellino, Benevento, ancora Avellino, Cavese e Bologna. Tuttonocerina.com lo ha intervistato in esclusiva.
Partiamo da oggi avvocato. Che Nocerina ha visto quest'anno?
“Mi ha riportato indietro di 16 anni. Ai tempi in cui ero presidente, ai tempi in cui abbiamo sfiorato la B per ben due volte”
E' stato presidente della Nocerina per tre anni, forse tra i più importanti della storia rossonera. Che ricordi ha?
“E' stata un'esperienza bellissima, piena di ricordi belli, ma con qualche amarezza. La più grande è la finale dei play-off con l'Ascoli, era la stagione 1995/96. In panchina c'era Delneri e la Nocerina era fortissima. Meritavamo di andare in Serie B.”
Cosa è mancato?
“Facemmo una rimonta straordinaria nel girone di ritorno finendo secondi a 4 punti dal Lecce. La finale dei play-off contro l'Ascoli fu una partita scandalosa. La finimmo in 8. Ricordo ancora chi era l'arbitro, Gambino da Barletta che poi venne promosso in Serie b ma non ha mai arbitrato. Ricordo che all'epoca fu la prima partita di finale dei play-off trasmessa su Tele più e persino il commentatore di quella telecronaca si rese conto dell'arbitraggio scandaloso di quella gara”
L'anno successivo, ancora emozioni. Questa volta in Coppa Italia...
“Eliminammo Piacenza e Perugia ed ai quarti di finale incontrammo la corazzata Juventus, la stessa che vinse la Coppa Intercontinentale a Tokyo. L'andata la giocammo al Partenio, stracolmo con più di 35 mila nocerini. Uno spettacolo immenso. La partita di ritorno la perdemmo 2-1 dopo essere passati in vantaggio. Resta la soddisfazione di aver messo in crisi la Juventus campione del mondo”.
Dalla stagione successiva è ancora presidente, ma insieme a Mario Gambardella....
“Fu un'altra annata straordinaria, con Simonelli in panchina facemmo una cavalcata trionfale perdendo ai play-off di nuovo nella finale secca contro la Ternana, proprio di Delneri. Fecero goal al 118 minuto del secondo tempo supplementare!”
Una beffa...
“Simonelli, De Iuliis, Belmonte, Di Maggio, Arco in attacco, Avallone capitano. Eravamo una squadra con tanti giovani, ma ce la giocavamo sempre fino alla fine.”
Quello fu anche l'anno dell'avvicendamento, tra lei e Gambardella..
“Io ero presidente e direttore generale, e lui amministratore delegato. Poi dall'anno dopo andai via e Gambardella divenne proprietario di tutta la Nocerina”.
Che rapporti aveva con Gambardella?
“Ho un grande ricordo e sono legato da un rapporto sincero di amicizia. Gambardella avrebbe meritato di più per gli investimenti e per gli sforzi che ha fatto per la piazza di Nocera. Avrebbe meritato anche lui la gioia della B, che ha solo sfiorato perdendo contro la Ternana”.
Dall'anno successivo la Nocerina non riuscì a ripetersi...
“Dopo quella sconfitta non è più riuscito a fare campionati vincenti, anche se ha continuato a dare tanto a Nocera che è la sua città”
Torniamo ad oggi. Cosa ha avuto in più questa Nocerina, rispetto a quelle del passato?
“Il valore aggiunto è stato Auteri che ha dato tanto alla realizzazione di questa promozione, ha avuto la grande capacità di creare il gruppo. E' stato un campionato vinto meritatamente sotto il profilo tecnico. Gran parte del merito va anche a Pastore, al suo primo anno di esperienza perché è riuscito ad assecondare le idee e le scelte di Auteri e mettere a disposizione un organico ideale per il gioco del mister”.
Una coppia vincente...
“C'è stata un'intuizione felice, e cioè di partire da giocatori che già avevano giocato con Auteri a Catanzaro e quindi avevano gli stimoli e la voglia di fare bene. Poi, c'è stata ancora un'altra intuizione...”
Quale?
“La spina dorsale Gori-De Liguori-Castaldo. Tre giocatori che sono stati scartati dal Benevento e su cui Pastore ha puntato cogliendo l'occasione. Tra l'altro i tre li avevo portati io a Benevento nel 2007/08 ed avevano fatto un campionato eccezionale vincendo la Seconda Divisione. Poi io sono andato via, prima ad Avellino e poi a Bologna, e il Benevento non ci ha puntato su”.
Il terzo cardine rossonero, chi è?
“Il direttore generale Bruno Iovino. La mancata conferma sarà sicuramente una perdita nel management societario. Iovino è riuscito a trasformare una stagione fallimentare come la scorsa in C2, dove la squadra si è salvata nelle ultime giornate, prima in un ripescaggio e poi in una promozione in Serie B. Iovino vive nell'ombra e non ha bisogno di protagonismo, ma ha capacità professionali uniche nell'organizzazione di una squadra.
Insomma, bravi tutti....
“Auteri per il punto di vista tecnico, Pastore da direttore sportivo perché è riuscito ad assemblare un organico ideale, Iovino perchè ha fatto tanto nell'organizzazione e, ovviamente, il presidente Citarella che ha creduto, scommesso e investito su Auteri, un vero allenatore manager”.
Ed ora, cosa c'è da migliorare per la Serie B?
“Bisogna andare avanti con il progetto Auteri-Pastore. Una squadra che vince il campionato merita di essere confermata in blocco”.
Le prime mosse quali dovrebbero essere?
"Il rinnovo della comproprietà di Negro con il Catania e io punterei sull'intelaiatura e sull'ossatura della squadra attuale. Senza inserire grossi nomi, ma qualche giovane con voglia di fare”