GAETANO ORSINI A TN: "Ecco come mio padre conquistò i tifosi"

09.09.2011 21:00 di  Gerardo Adinolfi   vedi letture
GAETANO ORSINI A TN: "Ecco come mio padre conquistò i tifosi"

Antonio Orsini entrò nella storia dei molossi nel 1974, anno della sua prima presidenza. E, da allora, non è più uscito. Il Presidentissimo, come lo ricordano i tifosi molossi, ha fatto, ed è, un pezzo della storia della Nocerina passata, presente e futura. “Mio padre riuscì a conquistare con il suo carisma i tifosi, che, anche dopo una sconfitta e le contestazioni si rivolgevano a lui, per sapere, se si riuscisse a conquistare la salvezza”. A parlare è Gaetano Orsini, figlio di Antonio, che dal padre ha ereditato l’impresa familiare e la passione per quei colori, il rosso e il nero, di cui era fatta la vita del Presidentissimo. Tuttonocerina.com ha intervistato Gaetano Orsini in esclusiva.

Un’eredità importante, quella di essere figlio di una delle persone più amate di Nocera?

“Mio padre era molto schietto, e i tifosi che sono persone intelligenti avevano capito e compreso la sua passione e  la sofferenza, quasi dolore, che provava quando la Nocerina andava male. Sapevano che sotto l’aspetto della passione era uno di loro ma era anche il Presidente e quindi doveva avere un occhio per il bilancio..."

Un Presidente degno di questo nome, nelle vittorie e nelle sconfitte...

“Si confrontava con i tifosi anche quando si perdeva, ed anche quando è stato dimissionario non ha mai smesso di seguire le sorti della Nocerina. Ricordo un aneddoto, in particolare”.

Ce lo racconti...

“La partita Salernitana-Nocerina, persa al Vetusti per 4-1. Fu l’anno in cui arrivammo a pari punti col Campobasso ma perdemmo a tavolino e non ci fu concesso di salire in Serie B. Fu uno dei campionati più amari. La Salernitana era ai primi posti e Orsini non voleva perdere. Ci furono degli scontri tra i tifosi, da Nocera ne giunsero in 4000. E una delle reti del settore ospiti fu rotta. L’arbitro si avvicinò a mio padre dicendo che in quelle condizioni non si sarebbe stato possibile giocare”.

E cosa fece Orsini?

“Andò dai tifosi, parlò con i più esagitati che formarono un cordone intorno alla recinzione. Poi ritornl dall’arbitro e disse: “Giochiamo, si può giocare”. Perdemmo 4-1 ma non un tifoso invase il campo.

Una prova di grande rispetto da parte del pubblico molosso...

“E pensare che in quel periodo a Nocera si viveva con l’ansia e la pressione dei tifosi, per tutta la settimana. Ogni domenica era uno spareggio. E la conquista della Serie B è stato il capolavoro, ma non l’unico momento da ricordare”.

Già, la Serie B targata 1978. Che ricordi ha?

“Fu un bellissimo campionato anche se perso, perché fu combattuto fino all’ultima giornata e soprattutto perché partecipavano dieci squadre, come l’Udinese, il Genoa, la Sampdoria, il Palermo, il Cagliari, che ora sono tra le più importanti. Vinse l’Udinese, che era una neopromossa”.

Fu una stagione importante, anche dal punto di vista societario...

“Entrammo tra le prime 36 squadre italiane di calcio. Nel passaggio dalla C alla B la società si trasformò in società di capitali, non più in una semplice associazione”.

Ed oggi?

“La squadra è ancora un po’ appesantita dalla preparazione, ma già dalla partita di Livorno la forma, e le prestazioni, stanno migliorando. Oggi, poi, esiste il marketing, cè più visibilità mediatica. Basti pensare che al tempo c’era Rta che trasmetteva via telefono dalle palazzine circostanti lo stadio. Ora la Nocerina è su Sky.

Ci sono analogie con l’attuale presidenza?

“Citarella è un ottimo imprenditore, un appassionato di calcio un uomo equilibrato che riesce ad equilibrare la passione. Ed è quello che un presidente deve fare”.