PAOLO BOCCHINU A TN: "I derby erano molto infuocati. A Salerno arrivarono cinquemila da Nocera...."

08.03.2013 21:00 di  LUCA Esposito   vedi letture
PAOLO BOCCHINU A TN: "I derby erano molto infuocati. A Salerno arrivarono cinquemila da Nocera...."

Due stagioni, entrambe concluse con risultati agli antipodi. Tante le soddisfazioni quanti i dispiaceri, e alla fine una retrocessione. Si può sintetizzare così la parentesi trascorsa dal genovese Paolo Bocchinu alla Nocerina. Mezzala con spiccate attitudini offensive, si fece valere con prestazioni e soprattutto gol, oltre una decina in due campionati di C1, ma anche un gol in Coppa agli odiati rivali della Cavese. Al suo primo campionato, quello del 1982, il calciatore contribuì al terzo posto dei molossi, anche se alla penultima giornata furono scavalcati al secondo posto dal Campobasso che fu promosso a spese proprio della Nocerina; invece nel torneo successivo i rossoneri conclusero in fondo alla classifica. Tuttavia Bocchinu mantiene solo i ricordi più positivi di quell’esperienza. Tuttonocerina.com lo ha ricontattato dopo lungo tempo: oggi si è un po’ allontanato dal mondo del calcio, ma ha tra l’altro un figlio che gioca anche se solo a livello giovanile.

Il ricordo di Nocera è bellissimo per quanto riguarda il primo anno, il 1981-82, anche se ci hanno letteralmente ‘rubato’ il campionato – commenta Bocchinu – Arrivammo secondi e poi fu data partita vinta al Campobasso dopo Casarano. Noi vincevamo 2-0 contro il Campania, e ci siamo fermati perché l’arbitro Ongaro di Rovigo (me lo ricordo ancora) aveva detto che non ci dovevamo preoccupare perché la partita l’avremmo vinta a tavolino. Invece poi si sa benissimo come andò a finire”.

Un ricordo di quel suo biennio?

Nel primo anno i ricordi sono stati tutti bellissimi, dai tifosi in prima battuta. Il Meridione è molto diverso dal Nord: al Nord si partecipa forse poco, invece al Sud se vai bene sei acclamato come un re. Nel primo anno ho fatto abbastanza bene, eravamo quasi in B, invece l’anno dopo non si poteva neanche, tra virgolette, uscire di casa, perché ci sono stati tanti problemi. Comunque Nocera mi è rimasta nel cuore per il primo anno: ricordo che a Nocera c’era un gruppo favoloso, un allenatore bravo, e dirigenti capaci. Mi dispiace che sia mancato, e che io non sia potuto nemmeno venire al funerale, Giacomo De Caprio, che era un grande conoscitore di calcio”.

Invece la seconda stagione andò in maniera diametralmente opposta. Ci duole dirlo…

Fu smembrata un po’ la squadra, non furono fatti degli acquisti come si deve, e retrocedemmo. Rimasi io anche se sapevo che sarei potuto andare a Foggia con Leonardi: sembrava fatta, perché il mister mi aveva fatto sapere che sarei andato in B insieme a Barrella e a Sassarini. Andare in B a 23-24 anni sarebbe stato il top, anche se mi dispiaceva non esserci arrivato con la Nocerina. Comunque la Sampdoria si mise di mezzo e cedette al Foggia un altro giocatore nel mio ruolo, e allora io sono rimasto a Nocera. Ben contento, ma speravo che facessero un altro tipo di squadra”.

Cosa ci fu da salvare di quel campionato ’82-‘83?

Nulla, perché dalla B che potevamo giocare siamo finiti in C2. La squadra non è stata rinforzata, è stata proprio smembrata, e allora a quel punto abbiamo cambiato tre o quattro allenatori, e non riuscimmo a venirne fuori. Comunque almeno c’era un bel gruppo, perché rimanemmo in sei o sette del campionato precedente, comunque arrivarono alcuni giovani: arrivò dal Cagliari Porceddu, il quale aveva sui diciannove anni, altri giocatori ancora, ma non eravamo all’altezza di fare un gran campionato in C1. Quando si punta sui giovani, devono essere all’altezza, altrimenti si fa fatica, e noi facemmo veramente molta fatica”.

Lei segue ancora la Nocerina attualmente?

Anche l’anno scorso ero ben felice di seguirla, perché ho un buonissimo ricordo della Nocerina. Se fossimo andati in B, avrei firmato un decennale a Nocera, invece poi sono andato a Pescara, e ogni tanto venivo a vedere la Nocerina anche quando non ero nelle condizioni di giocare. I tifosi non ce l’avevano con me perché me ne ero andato: se qualcuno venisse chiamato in una categoria superiore non so quanti direbbero di no. Nocera come piazza potrebbe fare benissimo la B, non so i tifosi come vivano adesso la squadra, ma nell’anno in cui stavamo andando in B ce n’erano alla volte anche diecimila allo stadio. L’anno scorso l’ho vista alla tv, giocava anche bene, peccato che sia retrocessa”.

Paganese-Nocerina si giocherà a Pisa a porte chiuse. Al tempo in cui giocava lei, i derby in Campania com’erano?

Questa decisione mi ha lasciato stupito, comunque tra Pagani e Nocera, che sono divise da una strada, so che c’è sempre stato dell’aspro, ma comunque arrivare a giocare in una regione non limitrofa alla Campania, e a porte chiuse, non è bello per i tifosi. Diciamo che al tempo in cui giocavo, i derby erano molto infuocati: a Salerno noi eravamo secondi, loro quarti, e dovevano vincere a tutti i costi. C’erano quindicimila persone, cinquemila di Nocera, venne giù sul campo di tutto, fu una tragedia perché mi sembra che addirittura un ragazzo nostro di Nocera si ritrovò con un polpaccio spaccato. E poi il lunedì mattina successe che Mattolini della Salernitana, che abitava di fianco a me, si ritrovò con l’auto pitturata di rosso e nero. È stata una cosa un po’ nuova, ma se l’era andata a cercare. Poi, all’epoca noi calciatori abitavamo un po’ tutti a Vietri, tra Salernitana, Paganese, Nocerina, la stessa Cavese che era in B: c’era un quadrilatero un po’ particolare. Il pubblico di Nocera ci seguiva ovunque, non si sono mai comportati male. Comunque, quando ci sono i derby nel ‘quadrilatero’, possono succedere delle cose particolari. Più di qualche pugno no, comunque. Però mi dispiace che Paganese-Nocerina si giochi a porte chiuse: Nocera non merita di non vedere la squadra”.

Che messaggio si sente di lanciare ai tifosi della Nocerina?

Spero vivamente che possano tornare alla categoria che più compete loro, la Serie B”.