TNM - INTERVISTA, MAESTRIPIERI: "A Nocera tante soddisfazioni, Auteri allenatore di categoria superiore"

Calciatore interessante, un'istituzione a Campobasso per la carriera in rossoblù. Da allenatore l'esordio fu a Nocera, alla Nocerina. Stiamo parlando di Marco Maestripieri, tecnico rossonero nellastagione 1996-1997. Oggi lavora a Coverciano alla formazione degli allenatori di domani e parecchi di quelli top sono passati per le sue mani. TuttoNocerina.com l'ha raggiunto telefonicamente per una lunga e piacevole chiacchierata..
Salve Maestripieri, partiamo dalla sua carriera da calciatore. Dopo l’avvio alla Ternana lei è sbocciato in Molise, al Campobasso..
“Sì, sono sbocciato in Molise al Campobasso. Lì sono stato una vita, dieci anni. Si può dire che quello è stato il periodo dove ho vissuto le maggiori soddisfazioni da calciatore. Prima avevo avuto altre esperienze, come quella alla Sangiovannese”.
Che ricordi ha della maglia rossoblù?
“I ricordi sono legati a tutti gli anni, ho fatto anche il capitano. In quegli anni il Campobasso era una delle migliori squadre della vecchia C1”.
Proprio col Campobasso vinse il campionato di C1 e giocò in B per cinque stagioni. Quella era una B con squadre importanti…
“Bravo, hai detto bene. Sì, al primo anno c’erano Milan, Lazio e Bologna. Erano campionati ad altissimo livello con calciatori poi arrivati in Nazionale”.
Conclusa la carriera da calciatore ha iniziato ad allenare, alla Nocerina. Era il ’96, che ricordi ha di quella stagione?
“Al mio arrivo c’era molta amarezza per come si era conclusa la stagione precedente. Avemmo un inizio difficile, però ci siamo tolti grandi soddisfazioni perché arrivammo ai quarti di finale in coppa, a sfidare la Juventus dopo aver eliminato due grandi squadre. Per quanto riguarda il campionato avevamo una squadra nuova, l’obiettivo era una salvezza tranquilla. Poi c’è stato l’esonero che dopo tanti anni ancora fatico a capire il motivo, ma il calcio è questo e bisogna accettarlo. Ho avuto delle buonissime soddisfazioni e poi ho avuto il piacere di allenare in una piazza che è tra le migliori della Lega Pro”.
Da tanti anni non siede su una panchina, come mai?
“Dopo Nocera ho avuto tante altre esperienze, poi ho avuto la possibilità di entrare nel settore tecnico ed ora – da tredici anni – sono nel settore federale, faccio l’istruttore federale e corsi per allenatori in tutta Italia. E’ una scelta di vita che non rimpiango perché ho delle buone soddisfazioni: ovvio non è il mestiere dell’allenatore in campo, ma preparo allenatori poi diventati famosi e che vediamo sui campi della A. E poi insegno anche all’Università, a Scienze Motorie. Quindi mi sono dato al campo dell’istruzione”.
L’obiettivo per chi segue il corso è il patentino. Ce ne sono diversi, come funziona?
“Il primo patentino è quello base che ti permette di allenare fino alla Serie D. Poi c’è il patentino di Seconda categoria che ti permette di allenare fino alla C1 e poi l’ultimo è quello che ti permette di allenare fino alla Serie A, inclusa la Nazionale. Quindi ci sono tre stadi di formazione, a breve uscirà il patentino C, quello che permetterà di allenare le grandi squadre del settore giovanile”.
Com’è vivere il calcio da un’altra prospettiva?
“Questa è una domanda interessante. Prima vivevi per il risultato della domenica, adesso è un lavoro più “da ufficio”, anche se quando facciamo le esercitazioni andiamo in campo. Prima vivevi per vincere, ora l’obiettivo è la formazione e quindi devi sempre informarti, studiare, andare anche all’estero per poter insegnare il calcio moderno. Bisogna essere sempre all’altezza della situazione”.
A questo proposito, ci dice un allenatore che è arrivato in alto e che non si aspettava così al top e un altro che, invece, ha confermato quanto di buono fatto durante il corso?
“Mah uno è Di Francesco, ora primo in classifica in B, che pensavo potesse fare una buona carriera anche per il suo passato e lo sta confermando. Ce ne sono tanti, molto spesso non conta il loro passato da calciatori, noi cerchiamo sempre di prepararli in vista di una buona carriera come allenatori”.
Cosa pensa di Auteri?
“Ne ho sentito parlare bene, fa un calcio interessante. E’ un allenatore che per stare per tanti anni a Nocera, piazza che conosco bene, vuol dire che è uno in gamba".
Ha fatto bene quindi la società a confermarlo..
“Io penso di sì, anche perché quando una società si lega ad un allenatore c’è anche un progetto. E’ un allenatore che può far bene anche in categorie superiori ed ha fatto bene la Nocerina a confermarlo perché ha idee interessanti”.
Dove possono arrivare i rossoneri?
“Li seguo, seguo sempre le mie ex squadre. Domenica hanno vinto il derby e penso che la Nocerina possa far bene, perché ha calciatori importanti, così come la società. La piazza è abituata a vincere e con un allenatore importante può fare molto bene. Gli auguro di potersi giocare le sue carte per il salto di categoria”.