LE INTERVISTE IMPOSSIBILI: Bruno Giorgi

01.02.2015 16:18 di  Marco Mattiello   vedi letture
LE INTERVISTE IMPOSSIBILI: Bruno Giorgi

Mister, lei è uno di parola. E' finita una vita ma a Nocera non è più tornato... "Sa, quando si viene feriti nell'animo, è difficile tornare indietro. Quella mattina a Vietri sono stato profondamente turbato. Quell'episodio mi spinse a non tornare mai più. Ma la Nocerina, da lontano, l'ho sempre seguita, ci mancherebbe altro, è stata la squadra che mi ha regalato la prima grande soddisfazione da allenatore, quindi gli auguri li faccio ben volentieri". Come arrivò da queste parti ? " Tutto merito di Renzo Corni, aveva appena smesso di giocare coi molossi e diventò il direttore sportivo. Si ricordò di me, avevamo giocato assieme alla Reggiana. Trovai un'ossatura di squadra smaniosa di riscatto, aggiungemmo qualche pedina. In quella C erano veri e propri squadroni ma noi avevamo il cuore, lo spogliatoio, il sostegno della gente. Il campionato potevamo vincerlo senza spareggio ma ci costrinsero ad una partita in più col Catania e fu trionfo ". Le persone che ricorda ? " Tutte. Il presidente Orsini, con Lamanna e Califano, ci incrociamo ogni tanto da queste parti. Poi Fasolino e tutta la squadra. L'anno dopo im B pagammo lo scotto del noviziato, gli innesti non furono eccezionali, la piazza rumoreggiava ma potevamo ancora farcela. Me ne andai tra le lacrime ".  Dall'alto dei cieli, cosa pensa di questo calcio ? "Io sono rimasto al motivetto di una canzone, da quando Baggio non segna più eccetera eccetera. L'ho lanciato io, ne sono orgoglioso e credo che dopo di lui la tecnica calcistica non ha fatto passi avanti, anzi è precipitata all'indietro ".