STORIA NOCERINA: dagli anni '20 al secondo dopoguerra

Nocerina in B tre volte? Errato!
26.06.2011 09:00 di Massimiliano Bruno   vedi letture
Foto Archivi Massimiliano Bruno e Cristian Calvelli
Foto Archivi Massimiliano Bruno e Cristian Calvelli

Passata la delusione per il doppio tentativo di scalata alla serie A dell’epoca, la Nocerina, dopo un’esperienza amichevole-agonistica della coppa AGN del 1923, persa in finale con il Forte e Veloce di Torre Annunziata, si rituffa in clima campionato iscrivendosi al torneo di Seconda Divisione del 1923-24.

E qui la prima novità statistica: il torneo, caratterizzato a livello regionale, con finali e successive ammissioni in Prima Divisione, è da considerarsi la prima e vera serie B della Nocerina; infatti, sviluppandosi il torneo di massima serie, in un interminabile numero di gironi regionali, con qualificazioni interregionali e poi finali nazionali, con il nome di Prima Divisione, la Seconda Divisione era a tutto diritto una serie B dell’epoca, giocata ovviamente a carattere dapprima regionale e poi interzonale.
La Nocerina la affronta alla grande, forte dei “militari” di stanza a Nocera , quali i fratelli Fruggeri, ed i giovani locali Petrosino, Sellitti, Vitagliano, Ferrentino ed il forte portiere Bartoli, che risulterà imbattuto per gran parte del torneo. Il girone di qualificazione finirà con i rossoneri primi "alla grande", con un solo goal subito e 11 vittorie su 12 incontri. Superati di slancio i quarti e la semifinale, con Portici e Pro Formia, la finalissima per la qualificazione alla Prima Divisione, sfugge anche stavolta all’ultimo grido, contro il Pro Santa Lucia di Napoli, vittorioso per 2-0 all’Arenaccia, grazie anche a qualche indecisione incomprensibile del portiere Bartoli. E’ la fine di un sogno ed il ritorno all’anonimato che durerà per tre anni; problemi finanziari e poca collaborazione, spingeranno il presidente Buonocore a gettare la spugna.

Si ritorna nel 1927, Gabriele Sellitti, rifonda la squadra con innesti provenienti da Cava, Vittorio Alfieri ed Accarino su tutti, confermati Vittorioso e Petrosino, oltre al nocerino Cascone ed il bagnolese Piccolo, insomma una buona squadra che ben figura nel torneo di Seconda Divisione 1927-28 (attuale serie C), classificandosi quarta, e pareggiando entrambi gli incontri con la leader Salernitana, poi sconfitta nel girone finale per la B dalla Rosetana.
Nel gennaio del 1928, poi, episodio storico per la città capofila dell’agro: si svolge un’amichevole all’Arenaccia con il neonato Napoli (Foto1 - Foto 2), partecipante al Campionato di Divisione Nazionale; si pensa ad un allenamento degli azzurri, ma così non sarà, i giovani rossoneri entrano in campo decisi a vendere cara la pelle e con Ceresoli segnano il gol della vittoria, poi difeso da un attento Alfieri. E qui la storia si confonde con la leggenda, si dice che un giornalista napoletano presente, identificherà i giovani nocerini con dei "molossi", cioè particolare razza di Cani Mastini, per la loro grinta ad affrontare quell’incontro. Cioè il 6 gennaio 1928 segna il battesimo dei “molossi”, poi rispolverato qualche anno dopo dal Risorgimento Nocerino.

L’anno dopo ecco il secondo “miracolo” Nocerina; nel caos organizzativo della federazione, in attesa del tanto auspicato campionato unico di serie A, si assiste ad un campionato di Divisione Nazionale, suddiviso in gironi, ed uno di Prima Divisione. La Nocerina viene ammessa alla Prima Divisione 1928-29 (Foto), per non essersi iscritte un numero sufficiente di squadre meridionali, una vera e propria serie B, in attesa della riforma definitiva dei campionati; la vincente infatti sarà ammessa alla nuova serie B a girone unico dell’anno successivo. Bisogna allestire una squadra di tutto rispetto, i problemi economici restano, arriverà in aiuto il Comandante della caserma di Nocera, colonnello Pavone, che si impegnerà a portare nell’agro fior di giocatori-militari , quali Bertagna, Montiglio e Maccaferri.

Il resto, gli ormai “soliti” nocerini, con l’aggiunta di Rescigno dalla Cavese. Il campionato è entusiasmante, la Nocerina domina il girone campano, finendo prima; da ricordare la storica vittoria a Castellammare per 3-0, con vivace polemica tra il cavalier Zoppi del Risorgimento ed un giornalista di Castellammare, con tanto di sfottò a favore dei giovani “molossi” sulle “vespe” stabiesi. Nel girone finale con le siciliane e le pugliesi qualificate, poi, complice l’intensificazione e la distanza degli impegni, i molossi abbasseranno la guardia, finendo penultimi; il campionato, dopo una lunga serie di spareggi, lo vincerà il Lecce. L’anno successivo, i molossi di diritto disputano la Prima Divisione, una serie C con squadre "da brivido" per quei tempi, trasferte a Cagliari, Palermo, Siracusa, Foligno, Lanciano, Messina, e Taranto, insomma il meglio del calcio meridionale; approda così a Nocera da Bari, un ungherese di origine ebrea, Albert Egri Erbstein, studioso di moduli e tattiche, ha solo 31 anni, ma artefice di una carriera che sarà lunghissima finita poi tragicamente a Superga.

Il coach vuole rinforzi, arrivano Mortarini dalla Salernitana, Friuli dal Taranto, pupillo di Erbstein, Raktel da Pola, ed il portiere Cavallo. L’inizio del torneo è folgorante, testa della classifica che si avvicina e vittorie a gogò; il Palermo viene al Piazza d’Armi per uno scontro al vertice, finirà male, con un arbitraggio a senso unico, Rescigno viene espulso, nonostante le continue provocazioni e falli dell’attaccante rosanero Radice, il pubblico è inviperito e ne nasce un tentativo di aggressione all’arbitro che costerà poi il 2-0 a tavolino. Insomma un film che quasi cinquant’anni dopo rivedremo con altri protagonisti. La Nocerina supera il momento no ed all’ultima giornata di andata si toglie lo sfizio di battere a Salerno i granata per 3-2 in inferiorità numerica, in un epico incontro, condito anche qui da qualche scazzottata ed un grave incidente a Raktel. Il girone di ritorno, vede ancora i molossi nei primi posti, a far sentire il fiato sul collo alla capolista Palermo. Al Ranchibile (oggi stadio Favorita) di Palermo, un netto 5-0 per i siciliani spezzerà tutti i sogni di primato dei rossoneri. Ma questo campionato resterà un “gran campionato”dei molossi finiti quinti, primi campani nel girone e con una doppia vittoria sulla Salernitana.
Saluta Nocera Erbstein, vola verso altri lidi, porterà il Cagliari in B, poi la Lucchese in A e poi volerà chiamato da Ferruccio Novo a Torino. Sarà uno degli artefici del “Grande Torino”, volerà in cielo quel maledetto 4 maggio del 1949, proprio lui, la delicata figura tenera che resterà per sempre nel cuore dei nocerini, uno degli eroi di Superga.

Dopo un campionato vissuto da protagonisti comincia qui la parabola discendente all’infermo dell’anonimato: arrivano due campionati consecutivi “onesti” di Seconda Divisone, attuale serie C, con piazzamenti a metà classifica, poi il primo stop, del 1933, per difficoltà finanziarie. A nulla vale il manifesto agli sportivi di Salvatore Gabola, una illusione la riuscita iscrizione alla Seconda Divisione nel 1934. E' l’ultimo sussulto di Gabola e soci, si lamenta lo scarso interesse delle persone e le tante difficoltà a reperire fondi, il silenzio delle Autorità, e così scatta il periodo più buio della storia rossonera: dieci lunghi anni di anonimato, conditi anche dal periodo bellico dal 1942 al 1945. Insomma, la Nocerina si lascia alle spalle in primo inizio di storia gloriosa, due campionati di Serie B e altri di terza serie onorevoli.

Per chiudere questo capitolo importante della storia molossa riportiamo un motto reso famoso del grande Erbstein: “Coraggio più sudore, più calma: uguale ricetta della vittoria”.

Ecco il modulo della Nocerina di Erbstein, un innovativo modulo a “Doppia W” che farà le fortune del "Grande Torino":

CAVALLO
RESCIGNO-CERESOLI
FRIULI-RAKTEL-BORGHETTO
COLOMBETTI-BERTAGNA
VITTORIOSO-ACCARINO-MORTARINI

(Foto)