FONTANA A TN: "Faccio fatica a vedermi squalificato per qualcosa che non ho commesso"

29.03.2014 21:00 di  Orlando Savarese   vedi letture
FONTANA A TN: "Faccio fatica a vedermi squalificato per qualcosa che non ho commesso"
TMW/TuttoNocerina.com
© foto di Dario Fico/TuttoNocerina.com

L’esclusione dalla Prima Divisione ha danneggiato la Nocerina in tutti i sensi, per immagine e anche per una società che è un patrimonio e che, con l’inserimento in una categoria inferiore, perderà inevitabilmente di valore. L’allenatore Gaetano Fontana sostiene tuttora che l’espulsione della squadra e la squalifica ricevuta da lui sono inique, e che valuterà in tutte le sedi residue (ci sarà forse un terzo grado) se la sanzione che riguarda lui e i componenti il suo staff potrà essere attenuata. Tre anni e mezzo senza poter andare in panchina è una sofferenza. Fontana comunque a tutt’oggi sta seguendo alcune partite anche di Prima Divisione: la prossima sarà ad Ascoli per Ascoli-Perugia, quindi sta effettuando quello che si definisce un “aggiornamento professionale”. Intervistato da TuttoNocerina.com il tecnico è tornato anche sui fatti di Salerno, sostenendo che non è stato possibile fare nulla di diverso da quanto è accaduto.

“Questa situazione si vive male quando si avvicina la domenica, perché uno pensa a quello che poteva essere e non è. Però non si può restare con le mani incrociate: sto andando in giro a seguire allenamenti e a guardare partite, ad arricchire la mia formazione per quanto riguarda le dinamiche del gruppo. Ho sempre sostenuto che l’atleta che va in campo ha sempre delle convinzioni e quando è allineato con queste cose va sempre per il meglio. È un aggiornamento professionale”.

Da sottolineare comunque la lealtà della Nocerina, perché in alcune situazioni, sebbene sfavorita, ha strappato risultati difficili contro avversarie come Perugia, Viareggio, Grosseto e L’Aquila.

“Sì, purtroppo il rammarico che abbiamo è che abbiamo interrotto il nostro cammino in un momento in cui il lavoro che avevamo fatto stava dando risultati, con una squadra prettamente giovane. Dovevamo pagare dazio affinché potessimo diventare una squadra e combattere contro chiunque. Quando ci è stata imposta l’interruzione avevamo ottenuto risultati in questo senso. Mi dispiace esserci fermati perché avrei voluto vedere crescere ancora questa creatura. Era già un campionato particolare prima, lo vedo particolare oggi”.

Campionato falsato?

“Adesso sicuramente non è lineare così come doveva essere”.

C’è stato questo verdetto della squalifica, lei ha già elementi per il ricorso o bisogna aspettare?

“Bisogna aspettare le motivazioni, anche se penso che il terzo grado non si discosti tanto dai primi due verdetti. Rabbrividisco quando sento parlare di illecito, perché non è stato commesso: non abbiamo avuto vantaggi di nessun tipo, anzi, siamo stati penalizzati per un fatto ampiamente denunciato prima della gara. Volevamo giocare in un clima sereno, in cui avremmo potuto avere vantaggi sia noi che la Salernitana, e sicuramente è stato fatto un qualcosa che ha fatto notizia. Le interpretazioni erano diverse, ma il discorso è che purtroppo non potevamo fare nulla di diverso perché i ragazzi hanno deciso di comportarsi in quel modo perché non erano adeguatamente propensi a livello emozionale”.

Certo, diventa difficile per l’allenatore fare la formazione.

“Tutti quanti erano d’accordo ad andare in campo, ed è successo tutto dopo le scelte tecniche: quando siamo arrivati era tutto stabilito ma non c’era tempo per cambiare determinate cose. La distinta era stata presentata all’arbitro negli ultimi minuti possibili, poi da lì qualche ragazzo non era mentalmente e moralmente adeguato per la partita e l’ha palesato. L’infortunio non è che non c’era, anzi, c’era, non era fisico ma era mentale. Questo non è stato purtroppo ritenuto una scriminante”.

Ulivieri ha detto che, a parere di lui, lei sarebbe stato condannato per un reato che non esiste.

“Lo dico anche io. Vorrei pagare per un errore che ho commesso: ho sempre bandito determinati atteggiamenti. Non ho avuto bisogno di comprare mai e di vendere mai: chi ha vissuto con me sa come sono fatto dal punto di vista caratteriale. Per me vale la meritocrazia, contano le qualità associate allo spirito di gruppo. Ulivieri sa perfettamente cosa è avvenuto in quella giornata e, forte di quelle informazioni che ha avuto, ha fatto l’affermazione che ha fatto”.

Nel caso l'eventuale ricorso dovesse essere respinto, lei non molla?

“Non è facile digerire una cosa del genere: faccio fatica a vedermi in questa posizione. Se commetto un illecito è giusto che paghi, ma siccome conosco me stesso e non sono mai caduto in una trappola del genere, non vedo perché dovrei pagare. Non mi ci vedo tre anni e mezzo fermo senza fare nulla: non è gratificante. Qualora ci fosse qualche società che fosse interessata, la prenderei in considerazione. Altrimenti, sarò costretto a tentare altre cose: non c’è solo il calcio nella vita”.

Ci sono giocatori della Nocerina che lei porterebbe con sé in una eventuale futura esperienza da allenatore?

“Sì, ce ne sono. Nomi non ne faccio, ma per l’atteggiamento che c’è stato mi piacerebbe premiare un po’ tutti. Io dico che la mia Panchina d’Oro l’ho vinta, perché ho visto come i giocatori della Nocerina hanno affrontato le problematiche che hanno avuto, a livello di crescita personale. Questa è la mia più grande soddisfazione”.

È stato sollevato un dibattito già prima che iniziasse il campionato a proposito dell’inserimento delle squadre campane, principalmente di quelle salernitane, nello stesso girone: il problema di ordine pubblico è rimasto. Forse non siamo pronti per superare queste barriere tipo campanilismo o altro?

“Forse non siamo pronti perché non vogliamo esserlo. Ci sono stati casi in Europa più eclatanti del nostro, e sono riusciti a risolvere questi tipi di problemi: non capisco come non si riesca a convivere con tutto questo ai giorni nostri. Io noto che c’è uno scaricabarile generale: nessuno si assume la responsabilità di quello che si dovrebbe fare e non si fa, una volta i gironi, una volta il problema degli stadi, una volta l’ordine pubblico, ma nessuno riesce a mettere un punto su questa situazione. Volendo, ci sono le leggi, ma nessuno le fa rispettare”.

Un’ultima considerazione: del settore giovanile lei ha fatto debuttare con la Nocerina Simonetti e Di Prisco. È d’accordo se diciamo che la fortuna e il futuro della Nocerina sarebbero potuti essere i giovani?

“Dipende sempre dalle ambizioni e dal discorso che si vuole fare. Ci sono giovani interessanti, ma bisogna anche dare strumenti per poterli far maturare e metterli nelle condizioni di farli esprimere al meglio. Oltre a Simonetti e Di Prisco, sicuramente era nelle mie intenzioni dare una chance a Scuotto nell'immediato, e poi così via. Ma bisogna mettere una struttura vicina a questi giocatori per dare loro la possibilità di potersi esprimere. Sono campionati difficili questi, bisogna anche fare risultato. L’esperienza è importante per supportare le loro grandi qualità”.