ESCLUSIVA TN - PAPA' MINICONE: "Ernesto è cresciuto molto tatticamente"

28.03.2014 21:00 di Orlando Savarese   vedi letture
ESCLUSIVA TN - PAPA' MINICONE: "Ernesto è cresciuto molto tatticamente"
© foto di TuttoNocerina.com

Ernesto Minicone è tra i giovani che meglio si sono messi in luce nella Nocerina Berretti: al suo terzo anno in maglia molossa il calciatore è migliorato tatticamente, grazie alla sua indiscussa passione per il calcio. Infatti il giovane classe ’96 ora gioca come esterno alto. A “raccontare” Ernesto Minicone è il padre Vincenzo, che di mestiere fa l’impiegato per l’Atitech all’aeroporto di Capodichino, e ha seguito passo passo la crescita del figlio a livello fisico e psicologico, sia nei primi anni di scuola calcio a San Giorgio a Cremano sia in quelli successivi a Nocera. Queste le parole di Vincenzo Minicone nell’intervista rilasciata in esclusiva a TuttoNocerina.com.

“Seguo sempre Ernesto, anche in trasferta. Sto sempre dietro a mio figlio fin da quando era piccolo e lui ha iniziato a giocare dai sei anni a San Giorgio a Cremano, facendo tutta la trafila nelle varie categorie, ma spesso l’ha fatto un anno sotto età perché era un po’ più pronto rispetto agli altri. Negli Esordienti giocava già a sette anni, per fare un esempio. Poi la stessa cosa con i Minigiovanissimi, con i Giovanissimi e anche con gli Allievi di Serie A e Serie B, a Nocera. Stiamo da tre anni a Nocera”.

Ernesto come ha iniziato con la scuola calcio?

“Ha questo dono innato. Un po’ gliel’ho trasmesso io, perché da ragazzo ho giochicchiato, ma fin da piccolo lui giocava con i ragazzi più grandi con il pallone, ne scartava uno, ne scartava un altro, e si vedeva che gli piaceva giocare. Poi ha chiesto lui di fare la scuola calcio. Un’altra cosa che ci diverte è questa: fino ai dodici-tredici anni, dopo che aveva giocato a pallone con gli amici, per casa si metteva sempre a palleggiare con una pallina, quindi ha proprio questa passione per il calcio”.

Sacrifici importanti, è così?

“Certo. Se vediamo che da parte del ragazzo, di Ernesto, c’è una risposta, vale la pena. Lui ha sempre fatto parlare gli altri perché ha una grinta e una forza che in campo si fa notare: chi guarda la partita lo nota sempre. Però gli ho sempre detto che se deve fare del calcio non deve trascurare la scuola, e fortunatamente nostro figlio ci ha ascoltati. Non ha mai avuto bisogno dell’insegnante privato e frequenta il liceo scientifico a San Sebastiano, che è anche una scuola molto impegnativa e non adatta in teoria per chi gioca a calcio. Ma lui fa molti sacrifici, e sono orgoglioso di lui perché se l’è sempre cavata da solo. Diciamo che i sacrifici che abbiamo fatto per lui sono stati ricompensati”.

Ha visto anche i suoi miglioramenti?

“Sì, ha una velocità di pensiero associata a un piede sensibile, quindi è anche molto preciso. Di questo devo ringraziare lo staff  rossonero che gli ha insegnato anche la fase di non possesso: prima di passare alla Nocerina Ernesto riusciva a segnare trenta gol in un campionato regionale perché giocava da seconda punta, e ora nel ruolo attuale di esterno alto segna un po’ meno ma sta imparando a fare la fase difensiva”.

Ricorda qualche episodio in particolare?

“Sì, ricordo che lui ha affrontato il Napoli e lui dal limite dell’area si liberò del difensore e con un tiro preciso segnò il gol del definitivo 4-4 a tempo quasi scaduto: giocammo ai Kennedy, dove giocano le giovanili del Napoli di solito. Fu un’emozione grandissima anche perché la nostra famiglia tifa Napoli”.

E lui esultò?

“Certo che esultò. In quel momento lui era della Nocerina, pur essendo tifoso del Napoli”.

Sarebbe stato meglio se la Nocerina non fosse stata esclusa come prima squadra, perché alcuni ragazzi hanno potuto debuttare, ma Ernesto non c’è riuscito.

“Già. Siamo rimasti tutti male. È un peccato per diversi ragazzi che, a detta degli addetti ai lavori, hanno chances importanti per cercare di realizzare il proprio sogno. Ma la vita va avanti”.

Ernesto ha mai avuto la possibilità di andare a giocare altrove in gennaio per acquisire continuità e mettersi in luce con una prima squadra?

“C’erano delle opportunità, anche in Serie D, in Campania e fuori Campania. Ma lui sta da tre anni a Nocera e lì lo conoscono bene, quindi si sperava che la Nocerina non venisse esclusa. L’obiettivo era di farlo crescere nel settore giovanile e magari dargli qualche chance in prima squadra".

La Nocerina non si sa come ripartirà, ma il futuro di Ernesto è già possibile delinearlo oppure è presto?

“Penso sia ancora presto. Sinceramente non si può dire ancora nulla su questo. È tutto da verificare. Noi ci troviamo bene a Nocera, alle squadre giovanili è stata data la possibilità di continuare a giocare ed è stato meglio così, se no sarebbe stato un dramma”.