IL GIORNO DELLA B- Gaetano Orsini: "Il giorno dello spareggio ricordo praticamente tutto. Ancora oggi incontro persone che hanno voluto bene a mio padre"

18.06.2015 21:00 di  Giuseppe Di Lauro   vedi letture
IL GIORNO DELLA B- Gaetano Orsini: "Il giorno dello spareggio ricordo praticamente tutto. Ancora oggi incontro persone che hanno voluto bene a mio padre"

Gaetano Orsini, figlio dell'indimenticabile presidente Antonio Orsini che nel 1978 riportò la Nocerina per la seconda volta nella sua storia a giocare in Serie B.


Che cosa significa essere figlio del presidente più amato della storia rossonera?
“E' un piacere immenso, soprattutto perché penso a lui che ne sarebbe felicissimo. Credimi non è retorica, ma il piacere più grande è quello di riscontrare che il suo ricordo è rimasto nel cuore della gente semplice, degli appassionati che pagavano, e sottolineo pagavano, il loro biglietto tutte le domeniche, gioendo e soffrendo per la loro squadra del cuore. Spesso, inoltre, mi capita di incontrare figli e/o nipoti di vecchi tifosi che dicono di aver conosciuto mio padre attraverso i racconti dei padri e dei nonni. E' una grande soddisfazione”.

Quella stagione 1977-78 che cosa ricorda di quella fantastica annata?
“Il campionato 77/78 si presentava particolarmente impegnativo in quanto la serie C da tre gironi di 20 squadre si sarebbe trasformato in due gironi di C1 da 18 squadre ciascuno e 4 gironi di C2 e quindi una sola squadra avrebbe vinto il campionato. Quell'anno mio padre promosse sul campo come ds Renzo Corni il quale chiamò ad allenare la squadra un suo vecchio compagno di squadra ai tempi della Reggiana: Bruno Giorgi. Inoltre furono acquistati giovani promesse come Pelosin e Garlini. Furono confermati gli esperti Cornaro, Pigozzi, Grava, Chiancone, Bozzi ed i giovani Spada e Manzi. Fu assemblato un ottimo mix di giovani promesse ed esperti della categoria, Il campionato, comunque, iniziò tra lo scetticismo generale e dopo il pareggio in casa con il Benevento e la sconfitta di Campobasso si parlava già di crisi: esonero di Giorgi e calciatori più esperti per evitare la retrocessione. La squadra invece cominciò ad ingranare dando il meglio proprio nei derby più sentiti: Salernitana, Paganese e Cavese. In casa tre vittorie e fuori casa pareggi a Cava e Pagani e storica vittoria a Salerno con goal di Cornaro. Quindi si arrivò allo storico spareggio di Catanzaro che ci vedeva contrapposti al più blasonato Catania, quella partita ebbe lo stesso andamento dell'intero campionato: inizio sofferente ed epilogo trionfale”.

Che ricordi ha dello spareggio di Catanzaro del 18 giugno 1978?
“Ricordo praticamente tutto: l'Hotel Guglielmo dove c'era Gianni Improta che faceva compagnia alla nostra comitiva. Poi l'arrivo nel piazzale antistante lo stadio, pieno zeppo di tifosi catanesi che spingevano il pullman che sembrava in un mare in tempesta, in balia delle onde. Poi l'ingresso in campo - sotto il settore distinti - è lì fummo bersagliati da una pioggia di bottigliette. Assistetti alla partita nella tribuna centrale, insieme ai ragazzi della Berretti che completavano la rosa dei convocati, in mezzo ai tifosi del Catania, tranquilli ma convinti della vittoria finale. Dopo il goal di Bortot pensai che la modesta Nocerina non poteva prevalere su una squadra blasonata di una grande città come Catania.Invece la squadra cominciò a macinare gioco finendo per prevalere sul Catania e sfiorando - con Chiancone - nel finale il terzo goal.
Bozzi batté su rigore Muraro che quell'anno aveva parato tutti i rigori e Spada segnò l'unico goal della stagione”.


Com’è stato il rapporto fra tuo padre e il popolo rossonero?
“Nel suo lungo periodo di militanza la squadra ha conosciuto alterne fortune e, spesso, nell'arco di pochi mesi si è passati dall'esaltazione alla contestazione. Fondamentalmente il rapporto si è basato sul rispetto dei rispettivi ruoli. I tifosi molossi vedevano in lui un appassionato che dava alla società più di quanto potesse. Dopo le sconfitte era il primo a volersi rialzare, era un sanguigno come loro, poi i Mastiffs ti sapranno dire quante volte è dovuto intervenire, soprattutto in trasferta , per sedare gli animi”.

Per esempio quel Salernitana Nocerina 4-1?
“Lì posso dire ,senza tema di smentite, che se non c'era lui non si sarebbe potuta giocare. L'ottimo Luci di Firenze, all'alba di un'ottima carriera, ebbe una smisurata fiducia in lui quando fece iniziare la partita con 50 metri di recinzione divelta”.

Un augurio per un pronto ritorno nelle categorie professionistiche per la Nocerina e c'è una chance di vederlo un giorno presidente?
“Auguro lunga vita alla nostra vecchia signora, saprà sicuramente rialzarsi come è già successo nella sua vita centenaria, non penso un giorno di acquisire la Nocerina anzi lo escludo del tutto anche se il mio cuore batte sempre per lei”.